Artiste e artisti

AI KIJIMA: L’ARTE DEL COLLAGE TESSILE TRA CULTURE E NARRAZIONI

| di Maria Rosaria Roseo |


Ai Kijima, artista giapponese originaria di Tokyo, ha trasformato la sua passione per i tessuti, in opere d’arte uniche e coinvolgenti. Formatasi presso la School of the Art Institute di Chicago, Kijima vive e lavora attualmente tra Istanbul e Brooklyn, dove continua a esplorare e a fondere le sue esperienze multiculturali in collage tessili che raccontano storie di culture e identità.
La Passione per il Tessuto e la Narrazione Visiva

Le opere di Ai Kijima sono il frutto di un processo creativo che coinvolge una vasta gamma di materiali eterogenei, dai kimono vintage alle lenzuola per bambini, passando per abiti di seconda mano e stoffe tradizionali. Il suo lavoro è un collage di storie e significati, dove ogni tessuto, ogni frammento, porta con sé una narrazione personale, culturale e storica. Kijima utilizza questi materiali come pezzi di un puzzle visivo creando composizioni ricche di immagini di volti, paesaggi e icone della cultura pop.

La passione per i tessuti di Kijima nasce da un’infanzia trascorsa tra i negozi di artigianato del suo quartiere a Tokyo, dove l’artista sviluppa una curiosità per la raccolta di materiali diversi, intrisi di significati. Un lenzuolo di Superman o un kimono di seta cucito a mano sono, per Kijima, non solo oggetti materiali ma simboli di culture e storie diverse, che si intrecciano nel suo lavoro artistico. Questa fascinazione per il riutilizzo e la reinterpretazione dei materiali è alla base della sua pratica artistica, che invita a riflettere sul valore delle cose e sulla loro capacità di raccontare una storia.

“Game Point Infinity”, 2011, fused, machine quilted, 41 1/2 ”x36 1/2”, photo courtesy of Ai Kijima, copyright Ai Kijima

Il Dialogo tra Tecniche Tradizionali e Contemporaneità

Un aspetto distintivo della produzione di Ai Kijima è la combinazione di tecniche tradizionali, come il quilting, con temi e soggetti contemporanei. Kijima attribuisce grande importanza alla conservazione degli artefatti culturali e alla valorizzazione del riutilizzo, un principio che affonda le radici nella cultura giapponese del “boro” e del “sakiori”, dove gli oggetti e i tessuti vengono riutilizzati e trasformati, con l’intento di rispettarne e preservarne il valore intrinseco.

L’artista non si limita a un approccio passivo verso i materiali ma li rielabora per creare opere che, pur radicate nel passato, parlano del presente e delle sfide contemporanee. I suoi lavori sono un invito a riflettere sulla cultura di massa e sulla tendenza ad un coinvolgimento passivo e superficiale del pubblico, sfidando la linearità della narrazione tradizionale.

Il Collage come Strumento di Riflessione e Critica

Le composizioni di Kijima sono dense di colori, simboli e citazioni provenienti da una vasta gamma di sistemi culturali. Sebbene possano sembrare sovraccariche, l’artista intende proprio questa densità come una possibilità di esplorare significati diversi e visioni molteplici della realtà. Ogni elemento inserito nel collage è un invito a decifrare un racconto che non è mai definitivo ma che si rivela, piuttosto, in modo soggettivo e personale. Il pubblico è chiamato a interpretare liberamente, a mettersi in gioco, a esplorare, interpretare e immaginare.

Un aspetto interessante del lavoro di Kijima è anche la scelta di titoli ambigui per le sue opere, che lasciano così spazio all’immaginazione e alla riflessione individuale. L’artista infatti, non vuole imporre un’unica lettura, ma lascia che sia l’osservatore a costruire il proprio significato. In questo modo, il collage diventa uno strumento di partecipazione attiva, una finestra aperta su molteplici realtà possibili.

“Protect”, 2016, hand appliqued, hand embellished, 48″ x 40″, photo courtesy of Ai Kijima, copyright Ai Kijima

Un capitolo significativo nella vita e nell’arte di Ai Kijima è stato il suo soggiorno in Turchia, dove ha avuto l’opportunità di esplorare la storia della tessitura e di lavorare con materiali trovati nei mercati locali. Questo viaggio ha arricchito ulteriormente il suo linguaggio artistico e ha lasciato un’impronta duratura nel suo lavoro.

Il suo percorso artistico, che unisce la tradizione giapponese al contesto internazionale, è un continuo intreccio di esperienze e influenze che alimentano la sua pratica. Le città cosmopolite in cui ha vissuto – Istanbul, Chicago, New York – sono per Kijima luoghi di confronto e scambio culturale, che le permettono di abbracciare diverse prospettive, arricchendo la sua visione artistica.

Giant Legends”, 2011, fused and machine quilted, 50”x72”, photo courtesy of Ai Kijima, copyright Ai Kijima

Un’Opera in Continuo Divenire

L’opera di Ai Kijima, pur essendo radicata in una visione fortemente personale e culturale, si fa veicolo di riflessione universale. Le sue composizioni, sovrapposte e stratificate, parlano di un mondo interconnesso, in cui il passato e il presente si fondono e si rivelano attraverso il linguaggio tessile. Guardando alle sue prime opere, come “Echo” (1999), si può percepire un’evoluzione costante, un percorso artistico che parte da esperimenti più intimi e pittorici, per arrivare a creazioni che sono veri e propri spazi in cui cultura, materiali e tempi dialogano intensamente.

Kijima oggi continua ad esplorare la sua pratica, cercando nuove modalità per raccontare storie, sfidando convenzioni e invitando ogni spettatore a fare un passo in più nella comprensione e nell’interpretazione della realtà materiale.

“Echo”, 1999, Hand weaving, pieced and embellished, wool fleece, feather, leather, fake fur, kimono, silk fabric, cotton fabric and thread, 48” x 66”, Photo courtesy of Ai Kijima, copyright Ai Kijima