
ACAYE KERUNEN: NEENA, AAN UTHII
Pace Gallery (5 Hanover Square) di Londra presenta Acaye Kerunen: Neena, aan uthii, la prima personale dell’artista nel Regno Unito. Visitabile fino al 15 febbraio 2025, la mostra presenta una nuova serie di sculture, installazioni sonore e performance che intrecciano forme viventi di conoscenza radicate nelle comunità ugandesi. Tradotto dall’Alur come “Guardami, sono qui”, questo progetto espositivo segna il debutto di Kerunen con Pace Gallery.

Con sede a Kampala, Uganda, la pratica multidisciplinare di Kerunen comprende arte visiva e performativa, curatela e attivismo. Le sculture create per Neena, aan uthii sono vividi arazzi di conoscenza incarnata, che incorporano una vasta gamma di materiali naturali e tecniche, dimostrando il continuo impegno dell’artista per una pratica rispettosa del clima.
Kerunen collabora spesso con artigiani provenienti da sessantacinque comunità principali dell’Uganda, che raccolgono materiali come foglie di palma, steli di sorgo e miglio, sisal, rafia, erba, fibra e bucce di banana e corteccia dagli habitat naturali. Questi materiali vengono preparati con tecniche come spogliazione, tintura, intreccio, tessitura, conciatura o uncinetto. Ogni componente, carico di significato culturale, sociologico ed ecologico, costituisce la base dei suoi assemblaggi scultorei. Da origini organiche o funzionali, questi materiali vengono reimmaginati concettualmente, celebrando materia, processo e superficie come un insieme unificato.

L’artista paragona le sue opere finite a “equazioni simultanee”, intricati sistemi che richiedono il coordinamento preciso di innumerevoli variabili per raggiungere l’equilibrio. Il linguaggio della matematica permea le sue sculture e performance, evidente nella precisione numerica dei motivi tessili e nelle strutture armoniche che sottendono le sue opere sonore. Nelle comunità artigianali e nelle pratiche tessili individuali dell’Uganda, configurazioni intricate di motivi, numeri e forme vengono tramandate come conoscenza vivente e incarnata. Sebbene radicata in principi universali, questa conoscenza rimane dinamica, evolvendosi attraverso l’interazione con nuovi artigiani e idee. Le installazioni di Kerunen uniscono esempi di questi sofisticati processi matematici, rigenerando armonie tradizionali per evidenziarne l’ingegnosità senza tempo.
Tonalità di indaco intenso, arancione mandarino, fucsia e verde illuminano le opere di Neena, aan uthii. L’uso del colore da parte di Kerunen riflette il suo profondo coinvolgimento con la chimica dei sistemi naturali. Evitando di classificare i colori in categorie primarie o secondarie, l’artista utilizza tinture ottenute da una ricca tavolozza di radici, fiori, erbe e cenere, raccolte in diverse regioni ecologiche dell’Uganda. Le sfumature risultanti portano con sé contesti stratificati, le cui variazioni rivelano le condizioni ambientali e chimiche della loro creazione.

Il tempo emerge come medium e tema nei lavori di Kerunen, intrecciato attraverso atti tattili come annodare, infilare, cucire e tessere. Questi processi documentano i ritmi temporali della loro realizzazione, incarnando anche memoria collettiva tramandata attraverso le generazioni. La dipendenza da fattori instabili come clima, raccolti e catene di approvvigionamento conferisce ai suoi lavori una consapevolezza della fragilità temporale. Raffia e fili diventano strumenti per registrare esperienze vissute, catturando la relazione sfumata tra lavoro umano e natura. Attraverso questi atti, Kerunen offre un archivio alternativo che onora impermanenza e trasformazione, reclamando il tempo come spazio di riflessione, guarigione e resistenza alle temporalità coloniali e patriarcali.
Ad accompagnare le installazioni scultoree, Kerunen ha composto opere sonore che proseguono e si collegano alla narrazione di ciascun lavoro.
Acaye Kerunen (nata a Kampala, Uganda) vanta una pratica multidisciplinare che spazia tra arti visive e performative, suono, cinema, movimento, poesia, curatela, attivismo e terapia, affermandosi come una voce di spicco nel panorama dell’arte contemporanea. Ha creato musica, produzioni cinematografiche e teatrali ed è stata pubblicata su numerose testate internazionali.
I processi di decostruzione e ricostruzione sono centrali nella pratica di Kerunen. Il suo lavoro cerca di smantellare le strutture coloniali e patriarcali che hanno a lungo limitato la libertà e l’espressione artistica delle donne nell’Africa orientale e nella regione dei Grandi Laghi. Attraverso la sua pratica, indaga l’impatto del colonialismo sull’arte delle donne africane, storicamente confinata a scopi funzionali, piuttosto che essere riconosciuta come espressione artistica. Kerunen interrompe attivamente queste narrazioni, ricontestualizzando tecniche artistiche tradizionali negli spazi dell’arte contemporanea. Collabora con comunità di donne in tutta l’Uganda per produrre materiali artigianali intrecciati, tinti e tessuti che compaiono nelle sue installazioni e sculture.
Kerunen è stata selezionata per rappresentare l’Uganda alla Biennale di Venezia del 2022, insieme a Collin Sekajugo, ottenendo una menzione speciale per la migliore partecipazione nazionale. È tornata a Venezia nel 2024 per curare il padiglione dell’Uganda alla 60ª edizione, presentando una visione caleidoscopica di scultura, architettura, arte e artigianato. La sua prima mostra personale negli Stati Uniti, intitolata A NI EE (I AM HERE), è stata presentata dalla Blum Gallery di Los Angeles nel 2023. I suoi lavori sono stati selezionati anche per esposizioni collettive, tra cui Ars Belga, Bruxelles (2023), e il Barbican Center, Londra (2024), che ha ospitato la complessa installazione Ayelele (2023).

