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IL FEMMINILE NELL’ARTE TESSILE

È visitabile fino al 28 febbraio 2025 all’Accademia d’Ungheria in Roma / Collegium Hungaricum Róma a Palazzo Falconieri, “Il femminile nell’Arte | Tessile senza confini” una mostra a cura di Eleonora Pasqualetti e Màrton Keppel inaugurata alla presenza di un folto pubblico con gli interventi di Krisztina Landos, Direttrice dell’Accademia d’Ungheria in Roma, di Zoltán Rátóti, Vice Presidente dell’Accademia delle Arti Ungherese, di Barbara Pavan, curatrice di arte contemporanea e naturalmente di Márton Keppel, Storico dell’Arte e co-curatore della mostra.

In dialogo le opere di tre artiste italiane – Lisa Mara Batacchi Silvia Beccaria e Mara Di Giammatteo – con i lavori delle artiste ungheresi Edit Balogh, Hajnal Baráth, Eszter Bényi, Zsuzsa Ferenczi, Beáta Hauser, Katalin Kiss, Lúcia Kiss, Krisztina Kókay, Ida Lencsés, Indira Máder, Judit Nagy, Eleonóra Pasqualetti, Lívia Pápai, Verona Szabó, Katalin Zelenak, Judit Pázmány, Éva Sipos, Eszter Kneisz e Nóra Tápai.

“La mostra – ha detto Keppel nel suo intervento – rappresenta sia un punto di partenza che un traguardo per un viaggio al di là dei confini.  In senso metaforico, è il punto di partenza per travalicare i limiti dei generi artistici; in senso letterale, è l’obiettivo dell’unità dell’arte che supera le barriere. Questa esposizione abbatte confini geografici e concettuali, concretizzandosi in una visione contemporanea dell’arte.

È il linguaggio universale dell’arte a creare possibilità di dialogo tra le diverse nazioni, mentre è il suo mezzo espressivo universale a realizzare l’unità tra i vari generi artistici. L’idea dell’assenza di confini prende forma in questa mostra attraverso l’arte tessile.

Il concetto dell’esposizione è orientato a rivelare ai visitatori come, attraverso le opere degli artisti dell’arazzo ungheresi, le differenze nazionali, di genere, di tecnica e culturali possano dissolversi. In Ungheria esiste un gruppo di artisti che forma una comunità dedicata principalmente alla realizzazione di arazzi. Lavorano con tecniche tradizionali, ma le loro opere riflettono le questioni più attuali dello spirito del tempo.  Si tratta dei membri dell’Associazione Ungherese degli Artisti dell’Arazzo, le cui opere sono state selezionate per essere esposte a questa mostra presso l’Accademia d’Ungheria in Roma.

Queste opere condividono una caratteristica comune: rappresentano simultaneamente e in maniera integrata diversi livelli dell’arte contemporanea.

I membri dell’Associazione Ungherese degli Artisti dell’Arazzo hanno ampliato la tecnica, il processo e la realizzazione degli arazzi verso una vera e propria filosofia. (…) Nelle tre sale della mostra sono esposte, in sezioni distinte, opere tessili che rappresentano le tendenze concettuali e formali della moderna arte dell’arazzo, riflettendo sul panorama dell’arte contemporanea.

Queste opere, realizzate da venti artiste ungheresi, sono arricchite dalle creazioni di artiste italiane, perfettamente integrate nel contesto delle singole sale. Tra di loro l’equilibrio è assoluto. Il titolo della mostra riguardo al concetto dell’arte dell’arazzo e dell’arte femminile, capaci di abbattere i confini, si realizza pienamente. (…)

Ritengo che il significato della mostra Il femminile nell’ARTE | TESSILE senza confini risieda nella capacità dell’arte dell’arazzo di offrire un’alternativa alle attuali esigenze della modernità attraverso il rinnovamento della tradizione. Questa necessità si manifesta sia sul piano creativo che su quello fruitivo.”

“Associati per millenni, – aggiunge Barbara Pavan – i due aggettivi femminile e tessile sono stati a lungo attributo delle ‘arti minori’ proprio in quanto femminili. Categorie e definizioni che richiedono oggi una riflessione più obiettiva sui linguaggi tessili applicati all’Arte e un approccio più contemporaneo ed evoluto che permetta la rilettura dei binomi tessile/femminile e arte/tessile, esplorandone le diverse declinazioni anche nell’ottica dell’imprescindibile legame con le antiche tradizioni tessili rielaborate in una visione attuale e in chiave moderna.

L’Arte tessile si configura come un linguaggio dalle enormi potenzialità in grado di approfondire le istanze sociali e culturali più complesse. La natura stessa del tessile e della tessitura – prima tecnologia umana – quale patrimonio universale, radicato nella Storia dell’umanità intera e in ogni sua singola comunità – lo rende un medium espressivo ideale per investigare i molteplici aspetti della realtà. Al contempo, la matrice tessile, con la sua intima connessione ai concetti di identità e cultura, offre un terreno fertile per un confronto continuo che evolve verso un’interpretazione emancipatoria e assertiva anche del ruolo femminile.

Questa mostra diventa così un’opportunità per ridefinire termini come limite, confine, categoria e lo stesso concetto di definizione, superandoli e mettendo in relazione artiste italiane e ungheresi in un dialogo senza soluzione di continuità che esplora e interroga il mondo in cui viviamo attraverso tecniche e materiali antichi ai quali l’Arte conferisce una voce nuova e multiforme – corale, unica e individuale al tempo stesso.

Nei loro lavori, le artiste italiane invitate consegnano all’osservatore riflessioni sul valore e il senso della memoria e dell’identità nell’era della tecnologia, della globalizzazione e dell’AI e lo fanno attraverso la tessitura che si rivela qui sempre uguale a sé stessa eppure – come da migliaia di anni – costantemente in grado di rinnovarsi adeguandosi al suo tempo, anzi rileggendolo, interpretandolo e anticipandone le evoluzioni. Tessitura che si fa Arte o Arte che si fa tessitura? Un quesito che in questa mostra l’osservatore scopre aperto e declinabile oltre ogni limite preconcetto, capace di essere plurale e universale pur nella rigorosità delle tecniche, seguendo un filo che lega e collega invisibilmente individui, generazioni, popoli, la loro storia, la loro memoria, il loro futuro.”

Catalogo trilingue (italiano, inglese, ungherese)